I livelli di apprendimento sono una sorta di “mappa” per orientarci nel vasto territorio rappresentato dalla mente del cane.

Quante volte ci è capitato di interrogarci sulla mente e sul comportamento del cane? Come facciamo a intervenire su comportamenti indesiderati? Ma soprattutto: da dove originano? È possibile che gli servano per preservare la sua salute? E in tal caso come posso arrivare alle cause e cambiare il comportamento del cane preservando o addirittura aumentando la sua vitalità, felicità e benessere?

Ciò che spiego in questo video (la rappresentazione in “livelli di apprendimento” o di “pensiero” o di “cambiamento”) non è la teorizzazione definitiva di come funziona la mente, ma una sorta di “mappa” per orientarsi nel vasto territorio da essa rappresentato. Una mente che percepisce, elabora, interpreta, impara, cambia, regola le emozioni e si relaziona socialmente, e che non è più rappresentabile come una macchina per associazioni lineari.

Ci si può servire dei livelli di apprendimento per comprendere la complessità della mente e del comportamento del cane, capire perché si comporta come si comporta ed elaborare progetti educativi, di training verso utilità e sport e in ambito rieducativo e psicoterapeutico.

Origini del modello

I “livelli logici” non erano mai stati applicati prima alla psicologia del cane. Mi resi conto che sarebbero stati utili anche in questo ambito nel 2003, studiando un particolare lavoro svolto in campo umano. Essi devono la loro origine alla “teoria dei tipi logici” di Bertrand Russell (Whitehead A., Russel B., Principia Mathematica, 3 vols., 2nd ed., Cambridge, Cambridge University Press, 1910-13). Il lavoro di Russell è stato poi ripreso da Gregory Bateson, che a partire da essi ha elaborato l’idea di “categorie logiche dell’apprendimento” (Gregory Bateson, Verso un’ecologia della mente, Adelphi, Milano 1976), riferito anche all’apprendimento negli animali. Successivamente Robert Dilts ne ha rielaborato il costrutto e delineato il modello dei “livelli logici” (Robert Dilts, Tim Hallbom, Suzy Smith, Convinzioni, Astrolabio, Roma 1998; Robert Dilts, Livelli di pensiero, Alessio Roberti Editore, Urgnano 2003).

Differenze col modello originario

Traslando il modello dal campo umano a quello canino, vi ho apportato delle modifiche in funzione della sua utilità. Ogni errore sulla descrizione del modello, delle sue caratteristiche e funzioni è da imputare al sottoscritto. Per chiarezza mostro in questa tabella una comparazione dei nomi attribuiti a ogni livello, rimandando una trattazione completa dell’argomento a un’altra sede.

DiltsVaira
Ambiente Ambiente (o Percezione)
Comportamento Comportamento
CapacitàCapacità
Convinzioni e ValoriMotivazioni
IdentitàIdentità
SpiritoRelazioni (o Interdipendenza)

Interdipendenza e gerarchia dei livelli

I livelli sono interdipendenti fra loro, si influenzano a vicenda e ogni attività che il cane dovesse svolgere li comprenderà tutti. Quello che possiamo fare è porre il nostro focus su un particolare livello per strutturare un’attività con l’intento preciso di coinvolgere proprio quel livello. Dobbiamo tenere presente però, che mentre i primi livelli ( a partire dall’ambiente) si limitano a influenzare quelli successivi, questi ultimi (a partire da quello delle relazioni) organizzano e guidano l’attività di quelli a scendere.

Il primo livello: l’ambiente

Il primo livello si riferisce al dove e quando. È il livello più superficiale, della percezione e degli organi di senso, le nostre porte verso il mondo esterno. Le domande da porci sono: come percepisce il cane l’ambiente che lo circonda? Cosa sta accadendo attorno a lui? C’è un qualcuno che si avvicina? Una pallina lanciata? L’odore di una traccia? Quanto è confortevole il luogo in cui riposa? Quanto rumore fa il traffico nel tragitto della passeggiata mattutina?

Per agire su questo livello, modifichiamo gli elementi ambientali, materiali, i quali a loro volta influiranno sullo stato mentale del cane e quindi sul suo comportamento. Su questo livello non vi è alcun apprendimento: si tratta piuttosto di “gestire” la situazione. Per esempio evitiamo di andare nel punto del parco dove spuntano i conigli che il nostro cane adora inseguire. Abbassiamo le tapparelle e alziamo il volume della TV se fuori ci sono i botti per attutirne il rumore. Oppure, se vediamo sopraggiungere un altro cane, facciamo una deviazione per tenere il nostro a debita distanza. Il cane starà meglio, ma il suo comportamento verso queste difficoltà non muterà al ripetersi di queste esperienze.

Secondo livello: il comportamento

Il secondo livello si riferisce al cosa: cosa fa il cane? Quale comportamento mette in atto? Come si muove? Qual è la sua postura? Abbaia, uggiola, ringhia o è in silenzio? Si muove veloce o lento? Che tipo di sguardo ha? Come reagisce? Quali azioni intraprende?

Agire su questo livello significa insegnare al cane nuovi comportamenti mediante associazioni fra stimoli ambientali e rinforzi. Dall’interazione fra ambiente e comportamento nascono le teorie comportamentiste e i metodi gentili, che contrappongono a una relazione basata sul concetto di dominanza, il rinforzo positivo e i condizionamenti.

Mentre siamo occupati a gratificare il nostro cane con una carezza perché è tornato da noi quando lo abbiamo chiamato però, non dobbiamo dimenticare che in realtà nella sua mente accade molto di più che un processo meccanicistico lineare del tipo vieni-premio. Quel “molto di più” è ciò di cui si occupano i livelli successivi. A partire da essi possiamo delineare una nuova metodologia per l’apprendimento del cane.

Terzo livello: le capacità

La domanda di base è come. Qui lavoriamo sulle abilità necessarie per svolgere un compito. Tutti i cani sanno girare la testa, ma come bisogna farlo perché questo risulti una comunicazione verso gli altri? Le capacità sostengono i comportamenti. Anch’esse si possono imparare. Si tratta di memoria, attenzione, concentrazione, capacità di problem solving, autocontrollo, flessibilità mentale, saper comunicare, fornire o richiedere cure, raccogliere informazioni, orientarsi nello spazio e via dicendo.

Un approfodimento di questo livello puoi trovarlo nell’articolo “Le 3 aree di competenza del cane”.

Quarto livello: le motivazioni

Le motivazioni orientano le azioni del cane nel mondo. Ci dicono perché il cane si comporta come si comporta. Quando passiamo a questo livello facciamo un vero salto nel profondo. Indaghiamo come il cane interpreta ciò che gli accade: convinzioni. Individuiamo ciò che per lui è importante, ciò che ha valore. E infine quali bisogni cerca di soddisfare comportandosi in un certo modo.

In questo stadio sono in gioco le esperienze vissute e il bagaglio genetico (razze diverse tendono ad avere motivazioni differenti). Per esempio una persona che si avvicina può rappresentare per un cane un piacevole contatto sociale e per un altro una minaccia. Se cambiamo le “convinzioni” del soggetto, il significato che attribuirà all’evento cambierà e di conseguenza cambierà anche il suo comportamento.

Quinto livello: l’identità

Il livello dell’indentità riguarda il chi. Chi è il cane con cui ci stiamo relazionando? Qual è il suo profilo caratteriale? Quali i tratti dominanti della sua personalità? È un cane “curioso”? “Aggressivo”? “Timido”? Questi tratti si modificano nel tempo e la personalità non è immutabile. Quante volte mi sono sentito dire “è un altro cane!” da proprietari sorridenti e appagati dalla nuova vita che accomuna loro a un cane più sano e felice! Ciò che loro intendono non è un cambiamento totale, ma un cambiamento in cui il cane abbiamo potuto portare alla luce il suo pieno potenziale. Si può decidere di passare il tempo a combattere contro la malattia, l’inadeguatezza, il problema comportamentale, facendo della mente dela cane un campo di battaglia. Oppure di attivare le sue risorse affinché portino il cane possa sfruttare la sua innata spinta verso la salute e benessere fisico e psicologico.

Sesto livello: le relazioni (o interdipendenza)

Questo livello è ciò che va oltre l’individuo. Gregory Bateson lo definiva “modello che connette”. Il cane ha una mente relazionale, ovvero che si struttura a partire dalle relazioni sociali, dalla connessione con gli altri, esattamente come è per noi esseri umani. La personalità del tuo amico a quattro zampe non è predeterminata genetica mente e comincia a strutturarsi già quando è un feto, a seconda del comportamento, stato mentale e biochimica della mamma. Continua con il legame d’attaccamento materno e poi con le altre figure di riferimento per il resto della sua vita. Le nostre aspettative su di lui tendono a generare un certo livello di autostima (convinzioni che lui ha di sé e delle sue capacità). Tutte le esperienze sociali che farà nell’arco della sua vita influenzeranno la costruzione della sua identità, abilità e il senso del suo posto nel mondo.

Il Dog Dynamic Learning – DDL

Ho chiamato Dog Dynamic Learning (DDL) l’insieme dei modi escogitati per lavorare su ognuno dei livelli. L’“apprendimento dinamico del cane” consiste nei cambiamenti che hanno luogo su ognuno dei livelli, spesso in parallelo. Il cervello del cane procede via via a integrare le trasformazioni avvenute in ogni area, rendendole parte di un unico sistema sano e funzionale. Tutto ciò si manifesta dinamicamente, per cui, ispirandomi al lavoro Robert Dilts, ho scelto il nome Dog Dinamyc Learning.

Questo modello può aiutarci a distingurere tra approccio comportamentista, di impostazione analitica, in cui ogni apprendimento è separato dagli altri, e approccio cognitivo, di impostazione sistemica, in cui è l’insieme nel suo complesso che si sviluppa e si rimodella.

Uno schema riassuntivo

Ecco uno schema che descrive i sei livelli del modello. Ho indicato “stimolo” e “risposta” laddove sono storicamente posti dal comportamentismo: fuori dalla “black box”. Ambiente e comportamento indicano in questa teoria gli input e gli output. All’interno invece possiamo finalmente indagare la mente grazie alle scienze cognitive. Data la complessità della mente il modello dei livelli di apprendimento può aiutarci a orientare le nostre scelte nell’educazione, nell’addestramento allo sport, protezione civile, pet therapy ecc., e nella riabilitazione comportamentale.

schema dei livelli di apprendimento del cane - vaira

Informazioni sull’autore

Angelo Vaira

Angelo Vaira Coach della relazione col cane, scrittore, formatore, personalità mediatica. Fondatore di ThinkDog, dell’Approccio Cognitivo-Relazionale e della Scuola Cognitivo-Zooantropologica di Pet Training.